La Mafia è una montagna di Merda

Passeggiare per Cinisi è come attraversare con una lama la coscienza lacerata di un Paese in bilico tra smania di riscatto e angosce di restaurazione, un Paese in cui conviene non immischiarsi, far finta di nulla, un Paese in cui Gaetano Badalamenti, conclamato narcotrafficante mafioso, sembra quasi assumere le fattezze dell’Innominato di manzoniana memoria: meglio non pronunciarlo, quel nome, meglio dire “quello lì”, “quel tale”; qualcuno potrebbe prendersela, non si sa mai. Fortuna che ancora oggi, a distanza di 32 anni, quell’infausto 9 maggio in cui Giuseppe Impastato perse la vita non tutti l’hanno dimenticato. Tra questi i ragazzi della “Casa della Memoria”, sede del Centro Siciliano di Documentazione dedicato a Peppino ed alla madre Felicia, che con coraggioso impegno e presenza di spirito rischiarano il cielo plumbeo di una cittadina da far-west che non vorrebbe altro se non lasciarsi una brutta storia alle spalle, considerandola un incidente, perché di questo si è trattato, vero? Sì, un incidente. Un incidente pesante come un macigno,  grosso quanto un treno, alto più d’una montagna. Una montagna di Merda.

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