Amianto, un lieto fine?
Buonasera a tutte/i, riprendiamo da dove ci eravamo lasciati.
Con questo post, a fine ottobre 2016 dopo circa due anni dall’emissione di questa ordinanza, auspicavamo che, finalmente si potesse mettere la parola fine alla questione amianto presente nelle coperture dei capannoni che si trovano a ridosso del giardino del plesso capoluogo della Scuola De Luca Picione.
Si era avviata la procedura di rimozione in danno, ormai non c’era più alcun motivo per non procedere a quanto previsto dalla suddetta ordinanza, anche l’ostacolo di natura economica relativo allo stanziamento di bilancio per eseguire i lavori era stato superato ed infine, erano state individuate le ditte per procedere ai lavori…
Cosa poteva ancora accadere?
Ebbene in data 26/11/2016 e 06/12/2016, senza alcuna apparente motivazione logica e soprattutto come se mai nulla fosse accaduto fino ad allora, venivano effettuati dei sopralluoghi congiunti in presenza di diverse autorità tra cui ASL, ARPAC, Carabinieri, Vigili Urbani e diversi uffici comunali.
Il 31 gennaio 2017 il Sindaco inviava il presente comunicato stampa a diverse testate giornalistiche senza diffonderlo, come avviene di consueto, attraverso il suo profilo facebook istituzionale.
Un comunicato stampa abbastanza discutibile a partire dal suo titolo “AMIANTO. I VALORI AL DI SOTTO DELLA SOGLIA NON C’E’ ALCUN PERICOLO PER I NOSTRI CITTADINI” che risulta abbastanza approssimativo ed a nostro avviso addirittura fuorviante.
Infatti dapprima viene sostenuto “che i valori dell’amianto sono abbondantemente inferiori ai limiti di soglia previsti dalla legge” e poi viene riferito che “l’ASL in sede di conferenza dei servizi ha diffidato l’Amog s.r.l. alla presentazione di un piano di bonifica…” e si fa intendere che in caso di mancato adempimento si sarebbe provveduto comunque alla bonifica avendo stanziato 80.000,00 €.
Insomma da un lato si fornisce un valore per cui non risulta esserci alcun pericolo per i cittadini, dall’altro si invita a procedere ad una bonifica addirittura sventolando come monito lo stanziamento economico per l’eventuale azione in danno…
Scusate la domanda, ma allora se “NON C’E’ ALCUN PERICOLO…” perchè bisogna bonificare? Continuando nella lettura non possiamo non soffermarci sul seguente passaggio: “Il Comune si è adoperato immediatamente dopo le segnalazioni attivandosi per sollecitare le Istituzioni preposte al controllo e alla valutazione del caso” e ci permettiamo di far notare, ancora una volta, che alla data del comunicato siamo ben passati OLTRE I DUE ANNI dalle nostre prime segnalazioni del giugno 2014!!!
Dopo aver recuperato i verbali di tali accessi si è appreso che veniva prescritto ai proprietari dei capannoni di attivarsi ad horas alla presentazione di un piano di messa in sicurezza e di bonifica entro il 15/01/2017. A margine di tali verbali veniva sospesa l’ordinanza n° 55 del 24/11/2014. Nessun riferimento veniva fatto ai menzionati valori di soglia.
Come è possibile che dopo aver emesso un’ordinanza, senza alcun atto sospensivo, non si proceda per circa due anni e poi, dopo essere giunti ad un passo dalla rimozione in danno ci si presenti a casa dei proprietari, fino ad allora inadempienti (al punto da essere addirittura denunciati, come previsto, per 650 c.p.), sospendendo l’ordinanza di rimozione? Non si sarebbe dovuto procedere, eventualmente ad una rettifica dell’ordinanza o meglio ad una sua revoca ed emissione di nuova ordinanza? Al momento di tutto questo nulla si è visto sull’albo pretorio del comune…
Il piano di messa in sicurezza e bonifica prescritto nei citati sopralluoghi prevedeva come interventi “a discrezione dei proprietari” l’incapsulamento o la rimozione delle lastre di cemento-amianto diversamente da quanto previsto inizialmente nell’ordinanza che prevedeva esclusivamente la rimozione.
A conti fatti, una sorta di passo indietro in quanto la rimozione sarebbe stata sicuramente di natura definitiva mentre l’incapsulamento è solamente un intervento dilatorio che prevede, comunque, un costante controllo nel tempo per accertare che non avvengano rilasci di fibre.
In ultimo, a nostro avviso, tale materiale anche se incapsulato, continua a rimanere sul posto e data la vicinanza della scuola oltre che la presenza di diverse abitazioni nelle immediate vicinanze anche solo a titolo preventivo sarebbe stato più tranquillizzante procedere alla sua rimozione.
Per chi non lo sapesse, infatti, a giugno del 2014 uno dei due capannoni a causa di un forte temporale è stato danneggiato dalla caduta dal condominio adiacente di materiale dall’alto e non si può certamente escludere che tale evento possa verificarsi di nuovo.
I lavori di bonifica previsti inizialmente per i giorni 12 giugno e 19 giugno per una durata presunta di circa 15 giorni sono stati poi rinviati al 3 luglio molto probabilmente per evitare di farli durante l’apertura della scuola. La segreteria della scuola è stata spostata in altra località dal 3 al 17 luglio, presumiamo solo per una pura coincidenza in quanto nessuna motivazione è stata esplicitata. (come si vede nella foto che segue)
Abbiamo invano cercato di far procedere almeno ad un avviso dell’inizio lavori anche alla cittadinanza circostante ma ci è stato riferito che sicuramente la ditta che si sarebbe occupata della bonifica avrebbe proceduto a farlo ed in caso contrario avremmo dovuto avvisare le forze dell’ordine.
Iniziati i lavori, senza che alcun avviso fosse stato esposto, ci siamo attivati come opportunamente indicatoci.
Ci sembra, infatti, inverosimile che all’interno del cantiere vengano esposti avvisi (come quello in foto 2) che gli addetti alla bonifica lavorino con tutti gli accorgimenti ed i dispositivi di protezione (come in foto 3) e la signora che abita nel condominio immediatamente adiacente non possa/debba essere neppure informata (anche un semplice manifesto che avvisasse delle date, degli orari e delle precauzioni da prendere, seppur fosse solo di chiudere le finestre come quello in foto 3) per procedere alla chiusura delle finestre aperte anche a causa del caldo!
Foto 1 |
Foto 2 |
Foto 3 |
Ma come si dice, il meglio è nemico del bene, e visti i tempi grami in cui viviamo, basta sapersi accontentare…
Alla fine, tutto sommato, si è messo in sicurezza, si è proceduto alla bonifica di quell’amianto rimasto indisturbato per tanti anni sotto gli occhi di tutti…
Il lieto fine? Ma si, accontentiamoci… per il momento!
Alla prossima…
P.S. Tutti i presunti ritardi, omissioni e le anomalie riscontrate in questi due anni (tra poco tre!) e che si estendono ad anni ancora precedenti in base ad ulteriore documentazione recuperata in sede di accesso agli atti sono al momento al vaglio della Procura della Repubblica di Nola nei confronti della quale, anche noi al pari del nostro primo cittadino, esprimiamo la massima fiducia!